martedì 9 ottobre 2012

Scintille. Laboratorio 2012-2013



Laboratorio di scrittura creativa mimesica 2012-2013


Tutti gli usi della scrittura a tutti
non perché tutti siano artisti
ma perché nessuno sia schiavo
(Gianni Rodari)


Questo laboratorio non insegna a scrivere: guida, invece, alla scoperta di porte e interruttori per la creatività, di scintille narrative che si accendono quando tocchiamo i nostri punti vivi. Piccole e grandi illuminazioni che meravigliano, perché ci dicono cose di noi stessi che non sapevamo o che non avevano nome, e poi si fanno fantasia. Un gioco continuo tra finzione e realtà che diverte e appassiona, per nutrire la voce unica della nostra scrittura in un terreno di condivisione: perché scrivere non è un gesto solitario e mentale, ma un atto collettivo, fisico e pieno di vita.

inizio: 24 ottobre 2012
tutti i mercoledì, ore 18
Studio Tedaldi, Palazzo Massari, Via Taglioni 2, Bagnacavallo (RA)
è possibile inserirsi durante l'anno

la prima lezione è sempre gratuita

costo mensile: 30 €
costo a trimestre: 80 €
lezione singola: 8 €

iscrizioni e info: scritturamimesica@gmail.com
328/0544237

martedì 18 settembre 2012

Immagina di scrivere. Laboratorio




entra, osserva, muoviti nello spazio

guarda, chiudi gli occhi, immagina


Immagina di scrivere

laboratorio di scrittura creativa e mimesica condotto da Tullia Della Moglie
presso la mostra Mirabilia di David – Iacquinta – Pavolucci – Tedaldi
Studio Tedaldi, Cortile di Palazzo Massari, via Taglioni 2
Bagnacavallo (RA)

sabato 29 settembre e (in replica) domenica 30 settembre, ore 10

iscrizioni entro mercoledì 26, telefonando al: 328/0544237

Inaugurazione della mostra: sabato 22 settembre, ore 18,30





lunedì 10 ottobre 2011

"L'acqua bagna i pensieri". Di Nathalie Salvan



(Da "Il corpo e i sensi nella scrittura creativa", laboratorio, aprile-maggio 2011)


L’acqua bolle e bagna i pensieri. Gli schizzi d’acqua bagnano le palpebre; una, due, tre volte socchiudo gli occhi che sento pizzicare d’acqua fresca. La luce penetra nella mente, il rosso dei papaveri cogli di sorpresa la vista dei viaggiatori. L’acqua bagna i pensieri di chi ascolta l’acqua stessa. Seduti al bordo della fontana sempre con le gambe incrociate a sputar pensieri che mai si fermano.
L’acqua bagna i pensieri, si riferisce alla profondità della mente, alla leggerezza dei pensieri. Canta il rosso usignolo per tutti ormai Pippo: nome buffo che richiama ad altri personaggi simpatici.
Pippo è bagnato dalla stessa acqua che gocciola dalla fronte spaziosa degli amici seduti alla fontana. Egli però non ha pensieri, neppure quello di doversi asciugare prima di prendersi il raffreddore.
L’acqua bagna i pensieri, perché a star fermi la mente vaga, l’energia viene rilasciata nello spazio che è inondato da goccioline silenziose.
Il silenzio è grande e maestoso nasconde segreti non visibili alla velocità, ai suoni alti e voluminosi. Le ruote del carro che passano sulla strada bagnata, rompono il silenzio della piuma.
I passi sul cortile che corrono verso le voci in lontananza raggiungono gli orecchi molo prima dell’esile figura.
L’acqua bagna i pensieri.

***

Sassi, schiuma, mio fratello sicuramente sa. Le onde, il mare. Sassi, schiuma. Le onde sonore, gli ottavi. Il rubinetto come cascata, s’apre ai ricordi di passeggiate giovanili. Di piedi che calpestano l’erba di montagna, di boschi freschi. Un luogo di cui non si sa geografia ma solo ricordo, immagini. L’immagine e l’immaginare è conoscenza che si trasmette, che unisce come il legame di sangue tra fratelli. Il ricordo: l’immagine che riempie la storia di noi. La mia storia, la storia che racconta di te e della tua voce a guidarmi in quella passeggiata all’ombra di faggi.
Ecco la cascata che scroscia: nella mente il gigante liquido che avvolge. Nella mente la tua voce, la tua bocca. La cascata ancora come il rubinetto che s’apre e che continua nel flusso sempre pieno di vita. Di vita e di morte parla l’acqua che rigenera e soverchia il mondo delle case e delle cose umane. Di vita e di morte parla la nostra storia. Di mani che s’incrociano nella memoria, di fratelli che si pensano, di sassi, di schiuma.
Ecco il bianco, il foglio di carta, la penna che segna inesorabile il percorso di questo storia d’altri tempi.
Se cambia il ricordo come cambia la musica che ci circonda, cambia il pensiero.
Cambia il contesto e s’insinua sinuosa la parola ghiacciata.
Confusione e città. Rumori assordanti che con l’acqua maestosa non hanno a che fare. La città allontana all’ascolto come ai suoni della memoria: quelli che escono dalle parole sommesse di pianti e carezze.
La città come grigio, come puzza. Le urla che allontanano dalla vita delle piante, tanto vicino a quella dell’uomo. Ritorno alla cascata, ai ricordi di Simone. Mi piace ritornare indietro con la calma di chi guarda scorrere la cascata senza paura di bagnarsi, senza paura di scivolare. Scivolare sta ad equilibrio come la fame sta al cibo. Sono gli uni indispensabili agli altri. Compensazione? no, non compensazione ma equilibrio. La cascata e l’acqua non hanno bisogno di equilibrio, esse corrono con noi che invece pensiamo di dover saper nuotare.
Le braccia che descrivono semilune attorno a noi, nello spazio pieno e silenzioso.
Starti vicino, abbracciarti ancora.
Ancora e per sempre.
Ancora e per sempre.

mercoledì 5 ottobre 2011

MIM UOVO. Incontri aperiodici e primordiali di mimesi e scrittura creativa

Settembre, mese di nascite, rinascite, rientri, azzeramenti, nuovi inizi.

Tempo per covare idee e creatività.

Parte un ciclo di incontri discontinui e informali per praticare insieme mimesi e scrittura.


Primo incontro sabato, 8 ottobre 2011 - ore 10-12, presso il covo di Lugo di Romagna (RA)
info: 3280544237 scritturamimesica@gmail.com

Essenziale e visibile agli occhi. Galleria di immagini

Laboratorio di scrittura mimesica sul senso della vista, 22 maggio 2011.

Opere originali di Cesare Baracca, Marilena Benini, Elisa Nasolini, Margherita Tedaldi, Stefano Tedioli, gentilmente prestate dagli autori.


 












"Vedo". Di Paola Resta


(Da "Il corpo e i sensi nella scrittura creativa", laboratorio, aprile-maggio 2011)

Mi fermo ai tuoi occhi e ripenso al pregiudizio che avevo. Vedevo solo la calma, la calma di quel verde. Di un uomo che ha trovato serenità. Ma poi il taglio dei tuoi occhi è cambiato, si sono fatti più sottili. Sembrava di vedere un alone di furbizia, i tipici occhi furbi dei bambini quando han fatto una marachella. E allora sono andata oltre. Oltre anche al tuo corpo che nella sua grandezza mi dava pace. Ma tu non sei pace, sei passione, inventiva e appunto furbizia. La passione di chi ha ancora mille cose da fare, tante persone da conoscere, con cui parlare. E poi hai riso, bada bene non sorriso, proprio una bella risata sonora e lì ho visto un altro uomo. Un uomo che non si ferma alle prime difficoltà e che per quanto fragile, riesce a non mollare. Ho visto il tuo scrutarmi ma non riuscivo a concentrarmi su questo, mi urlavano in testa mille messaggi su chi eri, su cosa hai vissuto fino a ieri. Su cosa ti spinge a metterti in gioco con degli sconosciuti. Ti sei steso e osservare i tuoi occhi limpidi slegati dalla bocca mi ha fatto male. Non riesco a vederti separato. Tu sei tutto, non posso pensare di scegliere una sola parte. Non riesco a fare una selezione, mi sembra di offenderti, di castrarti. Ora ammetto che mi sono dilungata, è difficile non entrare nel profondo quando guardi una persona negli occhi per così tanto tempo. Non conoscendola, non avendola scelta come compagno. Occhi i tuoi che adesso dovrei rivedere. L'espressione mai acida, sempre accogliente di chi ingloba e non esclude. Non separa ma unisce. Non giudica ma osserva. Non ho guardato altro di te.